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Oggi, si sa, c'è un modo per misurare qualsiasi cosa. Non sfugge neppure il fenomeno dell'evaporazione, che ha il suo apposito misuratore, l'evaporimetro. Strumento, questo, dall'utilità tutt'altro che teorica, dato che solo conoscendo con precisione l'evaporazione standard di un dato luogo è possibile stimare il fabbisogno idrico delle colture (evapotraspirazione). Ma come funzione un evaporimetro? Ce ne sono di vario tipo, ascrivibili a due grandi categorie. Gli atmometri, che misurano l'evaporazione da una superficie porosa mantenuta costantemente umida e le vasche evaporimetriche, che misurano l'abbassamento del livello di uno specchio d'acqua contenuto in un recipiente dalle misure note. Si ottiene così l'evaporato, cioè i millimetri di acqua evaporata in un'unità di tempo. Queste due grandi categorie, naturalmente, non bastano a descrivere tutti gli evaporimetri diffusi nel mondo, anzi, si potrebbe dire "paese che vai, vaporimetro che trovi". Canada e Francia preferiscono gli atmometri, ma il modello canadese, l'atmometro di Bellani, si posiziona al sole. Quello francese, l'atmomentro di Piche, in ombra. L'Evaporimetro di classe A, invece, si compone di vasche sopraelevate rispetto al suolo, mentre quello del Colorado funziona con vasche interrate. Insomma, nell'epoca dell'Europa Unita e delle istituzioni sovrannzionali, non ci si è ancora messi d'accordo neppure su come misurare l'evaporazione.
Aperto dal 1 aprile al 30 novembre, da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 18:00
Per informazioni: 0323.89622
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