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Curiosità idrauliche

Gli uomini che tentarono di domare il Po

Le genti della Pianura Padana sono da sempre alle prese con le acque dei loro fiumi, in particolare quelle del Po. Acque vitali per l’agricoltura, ma che diventano fonte di pericolo alla minima piena.

Non è un caso, dunque, che sia proprio stato lungo il corso del Po che si è sviluppata un’esperienza pratica di governo delle acque e, col passare del tempo, una sistemazione teorica di quanto applicato. Il corso del Po è senza dubbio la culla dell’idraulica fluviale italiana, nata dall’esigenza di domare il grande fiume.

Il primo a studiare in modo sistematico i problemi dei fiumi padani fu, alla fine del ‘600, Domenico Guglielmini, autore del testo base per lo studio del Po: Della natura dei fiumi, edito nel 1697. Qui Guglielmini si sforzava di applicare le conoscenze teoriche dell’epoca alla progettazione di argini, difese e deviazioni.

Il diciottesimo secolo fu caratterizzato da numerose e catastrofiche piene del Po, a partire da quella del 1705, la più grave a memoria d’uomo. Dopo ogni disastro si scopriva che il corso del fiume era cambiato e le opere realizzate in precedenza erano diventate inutili. I maggiori esperti di idraulica fluviale italiani si applicarono dunque al problema. Erano però ostacolati sia dalle scarse conoscenze teoriche sia dalla frammentazione politica del nord Italia. All’epoca, infatti, il Po entrava ed usciva continuamente dai confini di numerosi staterelli e l’intervento iniziato in uno poteva essere interrotto alla frontiera. In questo modo gli interventi che risolvevano un determinato problema locale rischiavano di peggiorare gli effetti delle piene a monte o a valle.

A rendersi conto del problema e ad iniziare a considerare il Po come un fiume unitario, da studiare nel suo insieme, fu, nel diciannovesimo secolo, Elia Bombardini, grande teorico idraulico di importanza internazionale. Grazie ai suoi studi cambiò radicalmente l’approccio al problema e iniziarono ad essere presi provvedimenti in grado di controllare il corso del fiume nel suo complesso. Si tratta, però, di un’opera non ancora definitiva se, ad ogni piena, finiamo con lo stare col fiato sospeso per scoprire fino a che punto il nostro grande fiume sia stato domato.

Giorni e orari di apertura

Aperto dal 1 aprile al 30 novembre, da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 18:00

Per informazioni: 0323.89622

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