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Quando, nella storia dell'uomo, si può iniziare a parlare propriamente di idraulica? Sin dagli albori, l'umanità ha dovuto confrontarsi col problema dell'approvigionamento idrico, tuttavia, idraulica in senso moderno è studiabile a partire dalle prime comunità di agricoltori.
Poter irrigare i campi ed evitare che gli stessi venissero sommersi dalle inondazioni, gli uomini del neolitico si trovarono di fronte a problemi nuovi, risolti con tecniche che hanno lasciato una traccia e sono riconoscibili ancora oggi. Tutti i più antichi siti agricoli studiati, Gerico, sulle coste del Mar Morto, Catal Huyuk, in Turchia o Giarmo, in Irak, conservano tracce di queste antichissime canalizzazione.
Più avanti, il crescere delle comunità e delle loro esigenze, pse alle antiche popolazioni problematiche idrauliche sempre più complesse. I Sumeri, come tutti sanno, svilupparono la loro civiltà tra il corso dell'Eufrate e quello del Tigri. Dal momento che l'Eufrate scorre ad un'altezza maggiore rispetto al Tigri, per collegarli furono costruiti tre canali navigabili. In questo modo le merci potevano passare dall'Eufrate al Tigri e viceversa, nonostante gli oltre cento chilometri che li separavano. Ancora Plinio, autore romano vissuto molti secoli dopo, ricorda la diga costruita sull'Eufrate al fine di raccogliere le acque necessarie all'agricoltura.
Alcuni studiosi pensano che fu proprio la necessita di tramettere con precisione le informazioni per il governo dei canali a stimolare l'invenzione della scrittura sumera. Del resto, nel territorio semiarido in cui vivevano, il controllo delle acque doveva essere per i sumeri un problema primaria. Tutti i cittadini, infatti, erano chiamati a svolgere lavori di manutenzione dei canali in determinati periodi dell'anno. I canali erano essenziali non solo per l'agricoltura. Molti erano navigabili e fungevano da vere e proprie strade. Altri, invece, avevano lo scopo di segnare i confini. Insomma, quella sumera era una civiltà basata sui canali!
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