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In assenza di stimoli, il cervello smette di funzionare?
Questa era la domanda che molti scienziati degli anni '40 e '50 si ponevano. Quando per caso il dottor Jhonn Lilly trovò una grande vasca da bagno che era stata utilizzata nella seconda guerra mondiale per lo studio dei sommozzatori, decise di mettere alla prova questa teoria.
La vasca fu dunque riempita di acqua satura di sale di solvato di magnesio, in questo modo chi vi era immerso poteva mantenere facilmente costante la temperatura corporea. Il corpo si trovava a galleggiare in quasi in assenza di gravità, con pochissimi stimoli tattili e assenza di luci e suoni.
La prima cavia di Lilly fu Lilly stesso, che rimase nella vasca, in assenza di stimoli, per molte ore. Da questa esperienza dedusse che il suo cervello non aveva affatto smesso di funzionare, ma che in assenza di stimoli si poteva raggiungere facilmente uno stato di rilassamento profondo. Allungando ancora di più la permanenza nella vasca, pare si giunga ad uno stato onirico profondo in grado di indurre allucinazioni.
Oggi la vasca di deprivazione sensoriale è uno strumento usato per migliorare il benessere psicofisico, sopratutto degli sportivi, che vi possono raggiungere uno stato di totale rilassamento.
Nonostante le sue applicazioni assolutamente non inquietanti, la vasca di deprivazione sensoriale ha avuto un vasto successo nell'immaginario. Romanzi e film di fantascienza l'hanno trasformata di volta in volta in un mezzo di tortura o in un metodo che porta alla follia.
Aperto dal 1 aprile al 30 novembre, da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 18:00
Per informazioni: 0323.89622
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