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E' un elemento insostituibile dei nostri bagni, ma, al pari di molti suoi "colleghi" difficilmente ci soffermiamo a pensare a quale sia stata la sua storia e come sia giunto fino a noi. Stiamo parlando del Bidet.
Il termine, come è noto, viene dal francese e pare che significasse "piccolo cavallo", pony, nome che deriva dal fatto che vada usato a gambe divaricate, proprio come quando si sta in sella. Con questo nome è noto in Fancia fin dal 1700, ma quali sono stati i suoi antenati?
Pare che il primo precursore del bidet risalga al medioevo, era soltanto una tazza che si poteva riempire d'acqua, assai utile per placare le irritazioni da sella dei valenti cavalieri di quel periodo. Ancora con questo scopo ne fu inventato uno nel 1750, munito di di getto d'acqua regolabile. I nobili e le dame vi avrebbero potuto trovare sollievo dopo lunghe cavalcate o estenuanti cacce.
Ben presto, però, il suo uso passò dalle case nobiliari a quelle di piacere, usato dalle prostitute tra un cliente e l'altro. Di conseguenza il bidet cessò subito di essere una moda tra le nobili, perchè considerato un oggetto impuro, utile solo alle donne di piacere. Solo poche erano le signore che, in barba ai pettegolezzi, ne apprezzavano l'indubbia comodità. La Marchesa de Pompadour, donna dalle idee molto chiare, ne possedeva infatti uno che era quasi un'opera d'arte. Aveva uno schenale decorato in legno di rosa, mentre la tazza era ornata con sbalzi metallici.
Doveva passare ancora molto tempo, però, prima che il bidet divenisse un oggetto di uso comune. Nel'ottocento in Italia era usato soltanto dai malati ed è solo dagli anni sessanta che il bidet ha definitivamente colonizzato i bagni del nostro paese.
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