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Il rubinetto nella Storia

Il Medioevo

Dopo la decadenza dell'Impero Romano, anche gli acquedotti caddero in rovina. La furia devastatrice dei barbari non risparmiò nemmeno queste opere dedite alla comodità della persona.

Furono soprattutto i monasteri, che si fecero portatori di quella tecnologia acquisita col tempo, ricostruendo impianti per il rifornimento idrico e per gli scarichi. Nelle vicinanze del refettorio di un convento capitava di vedere un lavabo, in cui da un becco di rame, e qualche volta d'ottone, scaturiva un sottile zampillo d'acqua corrente. A partire dal 1100, sino a tutto il 1300, gli acquamanili subirono un'innovazione stilistica, si produssero con raffigurazioni di teste d'animali o umane di ragguardevole grandezza e che portavano attaccati alle superfici panciute più di un becco o rubinetto.
La Dama o il Cavaliere potevano attingere girando con le proprie mani un'elegante chiavetta. Erano autentici rubinetti in bronzo, del tipo a maschio, simili a quelli romani, dal punto di vista tecnico, ma rinnovati nello stile, che appariva più lineare.

Nel 1150, la Prioria di Canterbury provvedeva all'installazione di un completo impianto idraulico, nato da un progetto del quale esistono ancora i disegni. L'impianto era provvisto di numerosi rubinetti alla maniera dei Romani, ed esistevano persino tubazioni chiamate purgatoria, che avevano il compito di convogliare periodicamente un getto di sciacquo negli scarichi.

Sempre in Inghilterra, il monastero di Durham, possedeva una fontana-lavello nel giardino del chiostro, questa fontana era provvista di 24 funzionali rubinetti d'ottone e diverse altre cannelle d'erogazione.

Nei castelli feudali e nei palazzi l'acqua scorreva dai pozzi e dalle cisterne in canali in pietra, che la convogliavano nei luoghi d'utilizzo.
Pochissime case avevano l'acqua corrente e per i bisogni domestici la gran maggioranza della popolazione doveva attingerla alle fontane pubbliche site nelle piazze. Si diffusero così le immagini fantastiche della fontana della giovinezza e della fontana dell'amore, che altro non era che il sogno dei poveri di poter usufruire d'acqua fresca in casa senza alcun limite, per essi il bagno, infatti, non poteva che essere altro che una tinozza per tutta la famiglia accanto al fuoco in cucina.

Nel 1275 si ha conoscenza di un certo Robert l'orefice al quale siano stati commissionati rubinetti tra i quali qualcuno anche in oro per la corte inglese, questo dimostra come un tempo, la figura del rubinettaio non era riconosciuto, ma chi s'intendeva di fusioni poteva fare anche rubinetti.

Dopo il 1400 s'incominciano ad usare bacinelle di pietra fissate nel muro, presero il nome di lavatoria, lavandini. Al di sopra della vaschetta, attaccato ad un gancio infisso nella nicchia, penzolava un serbatoio asportabile, di forma sferica o conica. Quest'ultimo presentava una maniglia per essere trasportato e sistemato sul fuoco, all'estremità il serbatoio presentava un rubinetto.

Giorni e orari di apertura

Aperto dal 1 aprile al 30 novembre, da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 18:00

Per informazioni: 0323.89622

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