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La parte finale di un tubo di scarico esterno, dove l'acqua raccolta viene convogliata all'esterno prende il nome di doccione. A partire dal X-XI nelle chiese e nei palazzi monumentali, i doccioni a forma di animali fantastici o demoni. In questo caso si può parlare anche di gargolle, dal latino gurgulium, termine collegato al gorgoglio dell'acqua che fuoriesce dalla tubatura attraverso la bocca mostruosa della creatura di pietra. Oltre al termine latino, esiste però anche un'altra leggenda per spiegare l'origine della parola gargolla.
Gargouille era, nel medioevo francese, un drago che viveva in una caverna vicino alla Senna. Si era però in un periodo dove gli aspiranti santi erano soliti cacciare i draghi in cambio della conversione degli abitanti del luogo, come aveva fatto San Giorgio. Infatti anche di lì passò un sacerdote, Romanus, che, in cambio della conversione dei francesi promise la fine del drago. Romanus lo catturò e lo portò nella città di Rouen con un guinzaglio fatto con la sua tonaca. Lì la povera bestia fu arsa su un rogo, ma il collo e la testa non bruciarono. La cittadiananza di Rouen ne approfittò per farne un trofeo che appese alle mura: ecco nascere l'usanza di abbellire le facciate con mostri in grado di sputar fuori acqua.
In effetti il drago è uno dei soggetit più comuni nelle gargolle, ne abbiamo splendidi esempi anche nel Duomo di Milano, ma spesso si tratta di altre creature fantastiche. Ognuna di esse nel medioevo era portatrice di un significato preciso, spesso una reinterpretazione cristiana di miti romani o greci, che allo spettatore moderno per lo più sfugge. Rimane però intatto il fascino che queste creature di pietra suscitano, oggi come allora, su chi le guarda.
Le gargolle più famose sono senza dubbio quelle di Notre Dame di Parigi, legate nell'immaginario popolare alle figure romantiche del gobbo Quasimodo e della bella Esmeralda. Quello che i più ignorano, però, è che non tutti i doccioni di Notre Dame sono autentici medioevali. Molte sono frutto del restauro del 1845, voluto proprio sulla scia del grande successo del libro di Victor Hugo.
Aperto dal 1 aprile al 30 novembre, da venerdì a domenica dalle 15:00 alle 18:00
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