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C’è un rito che unisce tutte le popolazioni native nord americane, quello della capanna del sudore. Inipi, in lingua Sioux. Per ottenere la mistica purificazione mediante il vapore è necessario legare insieme una dozzina di giovani piante di salice fino a formare una cupola che va ricoperta da pelli di bisonti. Al centro della capanna così ottenuta va scavata una buca, la "culla di roccia", dove mettere delle pietre incandescenti. La terra tolta dalla buca della culla della roccia serve per segnalare il sentiero per accedere all’unica apertura della capanna, sempre rivolta ad ovest. Fuori dalla capanna deve trovarsi il "Custode del fuoco", un uomo, preferibilmente uno sciamano, che ha il compito di mettere ad arroventare le pietre. Quando sono roventi, il Custode del Fuoco le porta all’interno della capanna, dove, su un tappeto di foglie di salvia, hanno già preso posto i partecipanti al rito. Le pietre sono sempre sette o un multiplo di sette, dal momento che questo, per i nativi americani, è un numero sacro. Adesso si può versare l’acqua sulle pietre per ottenere il vapore. Questo è il vero inizio della cerimonia, salutato col levarsi di canti sacri. Il vapore deve essere rinnovato quattro volte. Oltre all’acqua, la quarta volta viene portata nella tenda anche la pipa sacra, da cui tutti fumano. Questo è il momento conclusivo del rito. Il rito dell’Inipi veniva inteso dai nativi americano come un rito di purificazione, da eseguirsi prima di cerimonie sacre come la Danza del Sole o prima che uno sciamano si mettesse in cerca di una visione. L’Inipi, tuttavia, in quanto luogo santo, dove gli spiriti sono presenti, veniva usato anche dai capi per riunirsi tra loro al momento di prendere decisioni particolarmente importanti.
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